lunedì 22 ottobre 2012

Il giorno sbagliato.

E' troppo facile essere come lui, si ripeteva, per diluire la sua solitudine. Nonostante tutto il tempo trascorso, non ci aveva ancora fatto l'abitudine. Non riusciva a darsi pace e per questo si dedicava sempre di più al lavoro. Solo ogni tanto si concedeva delle occhiate elusive al calendario, per controllare la situazione. Purtroppo non c'era niente da fare. Per lui era sempre tutto chiuso. Quando capitava il suo turno, le feste venivano rinviate o anticipate al weekend più vicino. Lui fingeva di non vedere e continua a masticare amaro. Senza di me voi non sareste niente, sussurrava, guardando i suoi colleghi. Di tutti, uno era decisamente insopportabile. Amato e stimato da tutti, era il suo esatto opposto. Faceva quello che voleva, forte del lavoro degli altri. Della sua costante fatica. E' troppo facile essere come lui, pensò il Lunedì, guardando il Sabato che usciva dall'ufficio per andarsene a fare una gita in campagna. Senza di me tu non saresti niente, sbuffò, prima di ritornare al lavoro.

mercoledì 17 ottobre 2012

Meno di zero

Noi non siamo niente. Non ci meritiamo neanche l'amarezza degli sconfitti, perché non abbiamo mai lottato. Ci siamo lasciati affossare nel fango delle promesse, e siamo stati risucchiati dalla speranza di un futuro che non sarebbe mai diventato presente. Siamo una generazione senza senso, troppo vecchi per proseguire l'adolescenza e troppo giovani per considerarci falliti.
Come tutte le cose che non esistono, ci definiamo per contrasto: non abbiamo fatto il sessantotto, non ci siamo goduti la ricchezza degli anni ottanta, non siamo nemmeno stati berlusconiani, che nel '94 eravamo bambini e quando votavamo erano sempre gli altri a fare certe scelte.
Siamo i campioni delle social revolution: post di facebook unitevi, e rimanete immobili davanti al computer.
Esperti ripulitori di coscienze, siamo bravi solo nel trovare scuse alla nostra inettitudine.
Crediamo tutti d'essere artisti, ma il nostro unico vero talento è quello di sfuggire alla realtà.
La verità è che ci siamo declinati sotto il segno della sottrazione: il nostro valore di riferimento è meno di zero, e non perché abbiamo surgelato i nostri sogni.
Nella matematica infatti, lo zero va distinto da "assenza di valore" poiché si tratta di due concetti diversi: ad esempio se la temperatura è zero, l'acqua ghiaccia, se manca il dato della temperatura, si verifica assenza del valore, per cui nulla si può dire.
Come per noi, che non siamo niente.